Su FB leggo il seguente aforisma: I falliti si dividono in due categorie: coloro che hanno agito senza pensare e coloro che hanno pensato senza agire. |
Luca Pilolli: Secondo me John Charles Salak divide il mondo in 2 categorie, tra le cose che sa e quelle che non sa, e con questa frase a mio avviso dimostra di non sapere gli insegnamenti di Alfred Korzybski (foto qui a destra), tra l’altro praticamente suo coetaneo.
Perché, in sintesi, l’attore (colui che agisce) è un’astrazione maggiore dell’azione. Anche correggendo l’aforisma di John Charles Salak verrebbe che:
i fallimenti (non i falliti) si dividono in due categorie: azioni realizzate senza pensiero (tra l’altro impossibili perché il pensiero viene sempre prima dell’azione) e pensieri che non generano azioni (anche questo paradossalmente impossibile perché anche il non fare è un’azione).
Quindi l’aforisma di John Charles Salak risulta inconsistente. Anche perché:
Non esistono fallimenti, solamente risultati.
Anthony Robbins
E dato che fallimento deriva da fallire, ovvero sbagliare, non esiste obiettivo raggiunto senza un percorso fatto di approssimazioni, cioè successive correzioni a sbagli (cioè fallimenti).
Chiamare le cose con il nome semanticamente più utile, aiuta se stessi e gli altri.
Luca.
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